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      Trovò Lupo Ximenes de Urrea poco dopo il suo ritorno in Palermo, che vi era così nella capitale, come per tutte le altre abitazioni del regno una penuria considerabile di bestiame da macello: male, cui spesso la nostra Sicilia è soggetta, e male intollerabile ai popoli, i quali non solo restano aggravati dall’enorme prezzo, a cui per la scarsezza si vendono le carni, ma talvolta nemmeno possono averle, quantunque pronti a pagarle quanto si voglia. Ricercando l’origine di questa carestìa, conobbe esserne cagione la troppa facilità, per cui si permettea l’estrazione di queste spezie di animali. Laonde volendo dar riparo a cotale disordine, con suo dispaccio dei 5 di dicembre dell’anno 1466 (363) vietò sotto la multa di once cento da applicarsi a favore della camera, qualunque vendita di vacche, di giovenchi, porci, pecore, castrati a qualunque straniero, che non fosse abitante colla sua famiglia in Sicilia. Volle inoltre che coloro che comprato avessero cotali animali, essendo già proibita ogni estrazione, potessero restituirli ai venditori, quali fossero obbligati a rendere il denaro che ne aveano percepito. Fu perciò incaricato Pietro Gallina portiero di girare per il regno, ed intimare questo bando viceregio.
      Crescea già negli anni il principe Ferdinando, ed essendo arrivato al quintodecimo della sua età, il re Giovanni gli assegnò i consiglieri, gli uffiziali, e gli altri familiari necessarî alla sua corte, e lo destinò al comando dell’armata preparata contro i Catalani, che si erano sollevati.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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