L’accorto Lupo Ximenes de Urrea spedì a Venezia nel mese di Marzo 1468. Guglielmo Clement, affine che spiasse gli andamenti delle potenze italiane, e lo avvertisse di mano in mano di quanto accadeva; e per dare un motivo apparente a questo viaggio, l’incaricò di far pratica con quel senato, confermandogli la buona amicizia del re di Aragona, e invitandolo a rinovare l’antica lega con quei patti, che a misura delle circostanze di allora avrebbe il Clement creduti i più vantaggiosi. Noi ricaviamo queste notizie dalla istruzione data dal detto vicerè a questo inviato, che conservasi nella officina del protonotaro (371).
Finalmente riuscì alle truppe regie nella provincia di Ampurdam di sconfiggere i sollevati sostenuti dalle truppe del duca Giovanni d’Angiò, di mettere in fuga coloro, che restarono vivi, e d’imposessarsi della loro artiglieria. Fu dato avviso di questa insigne vittoria al vicerè, che la comunicò a tutti i baroni, ed alle università, ordinando le pubbliche illuminazioni per il vantaggio avuto dalle armi regie (372).
Era già il re Giovanni vicino a sera, e inoltre avea già perduta la vista; pensò perciò di dar moglie all’unico suo figliuolo Ferdinando, e gli destinò l’infanta di Castiglia Isabella, ch’era l’erede di quel regno. Per dare di poi a questo Principe il titolo di re, lo dichiarò correggente nel regno di Sicilia agli 8 giugno 1468, e nella domenica seguente lo fe coronare nella Cattedrale di Saragozza (373). In questo istesso anno (374) fu la città di Messina attaccata dal flagello della peste, non dappertutto, ma in quella contrada, dove abitavano i giudei, ed è detta volgarmente la Giudeca.
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