Ne fu tosto avvisato il vicerè, il quale con un pubblico bando ai 19 di dicembre istesso fe promulgare prima in Palermo, e poi per tutto il regno questa sospensione di ostilità; prescrivendo che dal primo di gennaro 1473 in poi cominciava la convenuta tregua, e vietando ai sudditi del re da questo giorno in avvenire di molestare i Tunisini (421).
Il re Giovanni volendo ricompensare lo zelo del figliuolo nel sottoporre alla di lui ubbidienza la città di Barcellona, gli assegnò in Sicilia le rendite, che erano chiamate le gabelle riservate del regno, trattenendosi solo sopra di esse per uso suo quei tredici mila fiorini, che erano state al re Ferdinando in prima assegnate, quando fu dichiarato correggente. Questo assegnamento fu fatto secondo il Surita (422) agli 8 di giugno 1473. Perciò questo primogenito del re Giovanni spedì in Palermo Giovanni Madrigale come suo procuratore, ad oggetto di esigersi l’assegnato denaro. I deputati del regno attenti a conservare le leggi costituzionali della nazione, con sua umile risposta scrissero a questo sovrano: che era prima necessario, secondo i capitoli del regno, che ei fosse riconosciuto per re di Sicilia, esigendo dai sudditi il ligio omaggio di fedeltà, e giurando l’osservanza delle nostre leggi, e costituzioni (423). La lettera dei deputati è data in Palermo ai 22 di aprile 1774. Persuaso della ragionevolezza della loro dimanda il re Ferdinando incaricò il vicerè Lupo Ximenes de Urrea, affinchè dasse il giuramento, e ricevesse il ligio omaggio.
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