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      Ma il Surita (442) ci addita il vero motivo, per cui furono deposti. Il vicerè d’Urrea negli ultimi anni del suo governo, oppresso dalla vecchiaia, e dalle infermità, che abbiamo mentovate, era divenuto indulgentissimo, e trascurava di apporre i dovuti ripari ai disordini, che alla giornata nascevano in Sicilia. La corte di Barcellona intesa degli abusi introdottisi nel regno, nello scegliere Pujades, e Peralta li avvertì particolarmente di due cose, cioè di metter ordine alle cattive costumanze, che si erano introdotte, e di esigere con esattezza le regali rendite, e tutto quel denaro, che si potesse, per mandarsi alla corte, la quale per le molte guerre, che sostenea, era sempre in necessità di averne. Costoro adunque, per farsi merito coi sovrani, non solo erano rigorosissimi nello estirpare gli abusi, e nella esazione delle rendite della camera, ma cercavano tutte le maniere da far denari, per così impinguare la cassa della corona, senza badare alla massima, che spesso summum jus summa injuria est; e senza riflettere che i monarchi, comunque vogliano essere soccorsi dai loro vassalli, non amano però che questi sieno angariati, e ridotti in povertà. Dolevansi i Siciliani del soverchio rigore dei viceregnanti, e dei modi irregolari, con cui faceansi le esazioni; e siccome ambidue questi moderatori del regno aveano il nome di Guglielmo, colla solita loro acutezza gridavano, che erano tornati i tempi di Guglielmo il Malo, e che il monarca di Aragona in vece di uno ne avea loro mandati due per scorticarli.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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