Giunse alle orecchie del re Giovanni la notizia delle pratiche, che si faceano dal conte di Prades, e diffidando di lui, spedì in Sicilia Antonio Gerardino suo segretario con lettere alla vedova contessa madre di Anna. Recavano queste, che il re istesso volendo passare alle terze nozze, volea questa dama per moglie (445). Il vicerè non mostrò di opporsi ai disegni del sovrano; anzi incaricò il protonotaro del regno Gerardo Agliata, e il maestro razionale Giacomo Bonanno, affinchè si cooperassero col Gerardino per fare eseguire le intenzioni del proprio monarca. Qualunque ne sia stata la cagione, ogni pretensore ne fu escluso, e piacque agli occhi della donzella Federico Enriquez il primogenito del grande ammirante di Castiglia (446), che la sposò (447).
Gli affari di Sardegna andavano sempre di male in peggio. L’inquieto Leonardo di Aragona non intralasciava di tenere in continove turbolenze quel regno; a tal che fu d’uopo al re Giovanni, dopo che segli era compilato il processo, di pronunciare contro di esso la sentenza, con cui lo dichiarò rubello, lo condannò a morte, e gli fe confiscare i beni. Costui nondimeno punto non sgomentandosi alla fatale sentenza, e ricusando di ubbidire al giudizio del suo re, alzò pubblicamente la bandiera della ribellione, e facendosi nominare monarca di Sardegna, coi suoi fratelli, e figliuoli, e con gente armata sotto lo stendardo, che avea le armi di Arborea, girava per le città, e terre dell’isola, obbligando gli abitanti dei luoghi, che conquistava, a prestargli il ligio omaggio, e a riconoscerlo per loro sovrano.
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