Furono dispari i pareri loro; il marchese di Geraci opinò per la tregua; il maestro giustiziere fu di avviso, che si dovesse assolutamente far la pace, gli altri in parte si unirono al sentimento del primo, e in parte seguirono il voto del secondo: soggiungendo molti di essi, che la pace si dovesse fare con onore del monarca di Aragona, e di Sicilia. Il solo pretore co’ suoi senatori dichiarò, che questo affare meritava un più maturo esame, e si riserbò di conferire col consiglio, e cogli altri suoi uffiziali prima di dare il voto a nome del magistrato. Questa varietà di opinioni indusse il vicerè a sospendere per allora ogni cosa, e a differirne la risoluzione in un tempo più opportuno (480).
Anzi che questo vicerè fosse venuto al governo della Sicilia, si erano trovate nell’isola della Pantellaria cencinquantuna monete d’oro dell’augusto Teodosio, le quali pesavano due libbre, un’oncia, un trappeso, e un quarto. Giovanni Tommaso Moncada maestro giustiziere, che allora comandava, come presidente del regno, stimò opportuno di mandarne due al re Ferdinando, e di trattenere le restanti cenquarantanove nella regia tesoreria. Gaspare de Spes arrivato in Sicilia determinò di spedire anche queste alla corte, ordinando a’ 6 di febbraro 1480 a Niccolò Leofante tesoriere, che gliele consegnasse (481). Se queste medaglie sieno poi passate nel regio erario, non osiamo di assicurarlo. Quel ch’è certo egli è, che non ne restò in Sicilia neppure una, che avrebbe potuto servire per adornarne i nostri musei.
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