Anche i Mori nello stesso anno 1480 aveano fatte delle scorrerìe in Sicilia, recando de’ danni, e mettendo alla catena molti degli abitanti. Ciò ci costa dalla istruzione data dal vicerè al mentovato di Leo per il re di Napoli Ferdinando, nella quale duolsi che detti pirati si erano ricoverati nell’isola di Lipari, che allora appartenea al regno di Napoli; e domanda da quel sovrano le provvidenze, acciò vietasse che si permettesse a costoro l’asilo non solamente in Lipari, ma in tutti gli altri porti del suo regno, acciò privi di questo rifugio non potessero in avvenire così francamente invadere il regno di Sicilia (488).
L’armata poderosissima di Maometto II da tanto tempo si era preparata, nè si sapea quale oggetto avesse (489). Laonde i principi cristiani temeano per loro stessi. Ma più di ogni altro paventava il vicerè per la Sicilia, ch’era la più esposta. A fine dunque di provvedere alla sicurezza della medesima avea a’ 7 di giugno dello stesso anno 1480 eletto Antonio Ventimiglia marchese di Geraci (490) capitano generale delle armi per tutto il regno con plenipotenza di poter ordinare, e disporre quanto credea necessario per la conservazione dell’isola, dandogli l’alta e bassa giurisdizione, civile e criminale, cum potestate gladii, e ordinando a tutti gli altri capitani d’armi, baroni, regî uffiziali, ed università, che dovessero ubbidirgli, ed eseguire quanto egli fosse per prescrivere (491). Quando fu dato questo dispaccio non sapeasi ancora in Sicilia il destino a Rodi della flotta ottomanna.
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