Quantunque i Cristiani dopo la battaglia persa dagli Ottomanni sotto Rodi, e la ritirata della loro armata, si fossero lusingati che il Gran Signore li avrebbe lasciati per qualche tempo tranquilli, fu nondimeno vana ogni loro speranza. Maometto II. divenne così furioso dietro alla notizia della mentovata disfatta, che senza ascoltar consiglio giurò l’estinzione di tutti i Cristiani, e fece tosto preparare una più poderosa armata, per dirigerla principalmente contro Ferdinando re di Napoli, che avea mandati de’ soccorsi a’ cavalieri di san Giovanni Gerosolimitano (492). La flotta ottomanna comandata da un nuovo [118] bassà venne a sbarcare nella Puglia, e pose l’assedio alla città di Otranto, che agevolmente prese, usando inudite scelleraggini contro gl’innocenti abitanti. La vicinanza della Sicilia fe’ temere una pari irruzione delle armi turchesche. Perciò il vicerè temendo il prossimo pericolo curò che fossero fortificate le città del regno, ch’erano le più esposte alla invasione. Noi abbiamo nella regia cancelleria (493) un dispaccio segnato in Palermo a’ 30 di settembre 1480 indiritto a Pietro de Luna, arcivescovo di Messina, cancelliero, e consigliero del re, per cui gli dà commissione di girare per la valle di Mazara, e di visitare tutte le castella, e fortificazioni della medesima, per provvederle di gente armata, di viveri, e di attrezzi da guerra, ad oggetto che fossero in istato di difesa, dandogli la facoltà di convocare il consiglio così delle terre demaniali, che delle baronali, e d’imporre de’ dazî, per trarne del denaro per la sicurezza delle medesime.
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