Sospettiamo che Raimondo Santapau poco fosse vissuto dopo la sua elezione di presidente del regno; imperciocchè noi veggiamo che ne’ dispacci viceregî non è sottoscritto, che Giuliano Centelles, ed in essi non vi si legge Praesidentes sul principio, come si sarebbe fatto, se continuava ad essere in questo impiego il barone di Butera; ma sempre costantemente Praesidens. Crediamo poi che sia morto, perchè non abbiamo documento, che ci additi ch’ei fosse stato deposto da questa carica.
Abbiamo di Giuliano Centelles due carte interessanti, che non sarà discaro ai nostri legitori di sapere. I prelati, e coloro, che componevano l’ordine ecclesiastico, dopo il parlamento dell’anno 1487, in cui fu offerto al re di pagarsi in tre anni cento mila fiorini, pretesero, durante questo pagamento, di essere le loro chiese esenti dal pagamento delle decime imposte da Sisto IV. sopra tutti i beni delle medesime, e ne fecero vive istanze all’allora pontefice Innocenzo VIII. Questo papa giudicando ragionevole la loro pretensione, scrisse una bolla sotto i 18 di marzo del 1488 indiritta all’arcivescovo di Reggio, o al di lui vicario, in cui ordinò, che intimasse sotto la pena di scomunica agli esattori delle decime, che sospendessero di esigerle, per il triennio, in cui le chiese siciliane pagavano il donativo. Dispiacque questo passo dato da Innocenzo VIII. a’ monarchi di Aragona, i quali fecero capire al [122] medesimo, che i collettori esigendo le decime per ordine Sovrano, subito che costoro erano minacciati della scomunica, ne veniva lesa la loro maestà. Fecero anche intendere a S.S., che la dimanda del braccio ecclesiastico era irragionevole; avvegnachè l’imposizione delle decime era forzosa, nata da un comando pontifizio, quando il donativo era una oblazione libera, e volontariamente fatta.
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