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      Non si trattenne molto tempo il vicerè la Nuça nella capitale; dovette egli ritornare in Messina per essere più a portata di sapere gli andamenti de’ Francesi nel regno di Napoli. Ivi in capo a poco tempo si ricoverò Ferdinando figliuolo di Alfonso II, il quale non potendo sostenere sul capo la vacillante corona lasciatagli dal padre, amò meglio di ritirarsi, sciogliendo prima i suoi vassalli dal giuramento di fedeltà; e partitosi da Ischia prese la via di Sicilia, e venne a Messina (567). Fu accolto dal vicerè, e da’ Messinesi con estremo amore, compassionando ognuno la disgrazia di questo amabile principe, degno di una miglior sorte. Alfonso allora padre del medesimo, udito l’arrivo del figliuolo, abbandonò Mazara, e veleggiò per Messina a fine di starsene col figliuolo, e colla real famiglia. Era cosa, che traggea le lagrime, il veder tanti principi sventurati discacciati da’ loro stati, e ridotti alla vita di privati. Il vicerè, e i Messinesi non lasciavano di confortarli, e di rendere questa condizione meno dura colla loro assistenza. Noi crediamo, non senza verosimiglianza, che nello stato deplorabile, in cui erano i loro affari, abbiano questi principi ammesso a parte delle proprie risoluzioni il vicerè de la Nuça, per trovarsi il modo da provvedervi, e che col di lui consiglio, e forse ancora co’ di lui uffizî alla corte di Aragona, siesi implorata la protezione del re Ferdinando il Cattolico, ch’era l’unico, che avrebbe potuto far fronte al re di Francia, ed obbligarlo a restituire l’invaso regno.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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