Non sappiamo quali altre dimostrazioni di dolore siensi fatte nelle altre città, e sieno state ordinate dal vicerè Giovanni la Nuça. È certo che in Palermo ne furono fatte l’esequie con gran pompa (577), e ne fe’ l’orazione il vescovo di Cefalù.
Morto nella fresca età di ventisette anni Carlo VIII. re di Francia a’ 17 aprile 1498, gli successe Luigi duca d’Orléans, che fu il duodecimo fra’ re di questo nome, il quale tra le prime sue occupazioni cercò sopra di ogni altra cosa di pacificarsi con Ferdinando il Cattolico, e l’ottenne; giacchè questo sovrano, deponendo per allora ogni pensiero della Italia, richiamò il gran capitano, cui ordinò, che consegnasse a Federico re di Napoli tutte le terre, che fino a quel punto avea ritenute nella Calabria (578). La Sicilia non avea allora che temere: le armi francesi dietro alla pace fra’ due re di Francia, e di Aragona, non erano rivolte che all’acquisto di Milano; e Federico re di Napoli era un amico, giacchè trovavasi colla corona in capo, mercè il valore del gran capitano, e delle truppe Aragonesi. Fummo perciò tranquilli tutto l’anno seguente 1499, in cui Giovanni la Nuça ebbe il piacere di vedersi confermato per la seconda volta nel viceregnato di Sicilia, quantunque i nazionali non ne fossero contenti, per un altro triennio. Il dispaccio reale fu dato nella città di Granata al primo di agosto 1499, e fu registrato poi nella regia cancelleria in Palermo a’ 28 del seguente settembre (579).
Nello stesso mese di agosto 1499 furono tenuti in Palermo due parlamenti, l’uno ai 19, e l’altro a’ 21 dello stesso mese (580). L’oggetto del primo fu il far riconoscere per legittimo erede degli stati di Aragona il principe Michele figliuolo di Elisabetta primogenita del re Ferdinando.
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