I grandi gliene scrissero, e lo pregarono che tornasse subito all’amministrazione della Castiglia, come era il volere della sua figliuola; ma egli non si dipartì punto dal disegno di visitare il regno di Napoli. Fermo adunque nella sua risoluzione partì da Porto Fino, e con buon viaggio venne a Gaeta, dove arrivò a’ 14 di ottobre dello stesso anno, d’onde, dopo di esservisi fermato alquanti giorni, si mosse, e recossi in Napoli al primo di novembre.
L’arrivo del re Ferdinando il Cattolico in quella città spinse naturalmente il vicerè Giovanni la Nuça a portarsi colà per baciar la mano al suo sovrano. Il Caruso (608) opinò, che egli vi sia stato chiamato, attese le replicate lagnanze de’ Siciliani, e che il re stesso Ferdinando elesse per presidente del regno Giovanni Paternò arcivescovo di Palermo. Noi però siamo di avviso che il la Nuça vi andò di sua spontanea volontà, quantunque forse il monarca Aragonese dopo il di lui arrivo, persuaso de’ giusti ricorsi della nazione abbia impedito che ritornasse. Ci moviamo a credere così, perchè osserviamo che il dispaccio, con cui è eletto presidente del regno il suddetto arcivescovo, è sottoscritto dallo stesso vicerè la Nuça, e vi si dice, ch’ei diviene a questa elezione in forza del privilegio, che avea di destinare un presidente nella sua lontananza (609). Partì egli prima de’ 17 di novembre, e dopo i tre dello stesso mese; imperocchè noi troviamo l’ultimo dispaccio di questo [139] vicerè dato a’ tre di novembre (610), e il primo dell’arcivescovo, come presidente del regno, a’ 17 dello stesso mese (611).
| |
Castiglia Napoli Porto Fino Gaeta Napoli Ferdinando Cattolico Giovanni Nuça Caruso Siciliani Ferdinando Giovanni Paternò Palermo Nuça Aragonese Nuça
|