Questa occasione l’ebbero presto, quando l’anno 1508 il mentovato vicerè per ordine del re Cattolico convocò il parlamento per i 7 di agosto nella città di Palermo. Il principal motivo, per cui Ferdinando dimandava delle sovvenzioni dal regno, era appunto per debellare i Mori dalla Barberìa, che infestavano la Sicilia non meno che la Spagna, e il regno di Napoli; allo che fare gli era uopo un’armata navale, ed un esercito, per mantenere i quali abbisognavano ingenti spese. Propensi i parlamentarî a soccorrere il re, gli offerirono un donativo di trecento mila fiorini, elessero per ambasciadore del parlamento lo stesso vicerè Raimondo de Cardona per domandare alcune grazie a sua maestà, [140] ed oltre il donativo di cinque mila fiorini solito darsi a’ vicerè, lo dichiararono regnicolo, ed originario di Sicilia, acciocchè potesse conseguire nel regno qualunque carica, ed uffizio (614).
Or fra le grazie, che furono richieste dal parlamento, evvi la seguente (615): Perchè Joanluca Barberi è venuto a vostra altezza, undi si dici porta milli cosi senza raxunivili fundamenti, contra la quietitudini di li baruni di lu regnu, et loro barunii; cosa, che non impurtirìa, si non vexationi, et confusioni di li baruni; perchè multi volti su stati circati tutti li cosi, che lu dictu Joanluca porta, et ultimo loco lassati per cosi despreciati, maxime essendo una confirmationi di la diva memoria del re Don Alfonso, et nova donationi a tutti baruni di lo regno di loro barunìi: sua altezza per la promptità di lo animo, che sempre hanno mostrato, et mostrano dicti baruni in so servitio, voglia escludiri li pensieri di lo dicto Joanluca.
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