Offerirono i parlamentarî a’ 13 dello stesso mese, dopo di avere conferito intorno alla dimanda fatta, un donativo di trecentomila fiorini da pagarsi fra il termine di tre anni. In codesto parlamento, in cui fu anche fatto al vicerè il dono di cinquemila fiorini, e l’atto, con cui era dichiarato nazionale, l’ordine demaniale si dolse che le università sue erano soverchiamente aggravate ne’ donativi; e chiese che si diminuissero le tasse per lo innanzi imposte, e che si dasse il permesso a quelle comunità, che non aveano patrimonio proprio, di poter imporre delle gabelle, con che, [143] pagato il donativo, restassero le gabelle issofatto estinte. Che se i deputati del regno pensassero di distribuire le tasse su i particolari, non potessero imporle sul numero delle persone, ma sopra le facoltà di ciascheduno (631).
Fra le persone, che furono presenti a questo parlamento, vien nominato Diego de Vera. Questi dopo l’infelice esito, ch’ebbero le truppe Aragonesi nell’impresa delle isole delle Gerbe, era venuto in Palermo coll’Ammiraglio Navarro, ed era stato ivi lasciato a comandare mille soldati Spagnuoli, ch’erano sopravissuti alla sconfitta ivi avuta da’ Mori per l’ostinazione di Garzìa di Toledo, che contro il consiglio del Navarro avea voluto tentare in una stagione così calda l’impresa di quell’Isola. Codeste soldatesche, che verisimilmente erano arrivate in Palermo poco prima, che si celebrasse il parlamento suddetto, non erano state soddisfatte delle paghe loro dovute, e tratte dalla disperazione cominciarono a commettere delle insolenze, e principalmente rubavano i comestibili, assalendo a forza prima le botteghe, e poi le case de’ particolari, dalle quali estraevano i viveri senza volerli punto pagare.
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