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      Dopo che Francesco I fatto prigione alla battaglia di Pavia diede i suoi figliuoli il Delfino, e il duca d’Orleans per ostaggi, e così si pacificò apparentemente coll’augusto Carlo, e sortì libero ai 21 di febbraro 1526, nutrendo in cuore la volontà di vendicarsi, nello stesso anno ai 23 di maggio conchiuse una lega col papa Clemente VII, con Arrigo VIII re d’Inghilterra, cogli Svizzeri, coi Veneziani, e coi Fiorentini. Questa lega fu chiamata santa, perchè alla testa di essa eravi il romano pontefice, e quantunque fosse effettivamente contro l’imperadore Carlo V, questi nondimeno non era nominato, e solo attestavano le potenze collegate di essersi confederate per conservare la libertà d’Italia (749). Non vi volle molto ad intendere che a questi principi facea ombra la soverchia, ed illimitata potenza di Cesare, che erasi già reso padrone di tutta la Lombardìa, e lo capì più di ogni altro Carlo istesso, che volendo resistere a questo gran torrente, preparò innumerabili truppe per respingere i suoi nemici dovunque l’attaccavano. Il suo erario per tante spese, che fin’allora fatte avea, era esausto, e perciò non bastandogli i sussidî, che continuamente ricevea dai suoi vasti stati, fu perfino costretto a vendere porzione delle rendite della sua camera.
      Il nostro regno, che era del pari minacciato dagli eserciti della santa lega, dovette ancor esso concorrere ai bisogni del suo sovrano. Era già ritornato da Spagna Ettore Pignatelli col titolo di duca ottenuto dallo imperadore nel mese di febbraro 1527 (750), il quale ebbe ordine di convocare il generale parlamento, che fu intimato in Palermo per li 15 del mese di marzo 1528. Prima di celebrarlo si ammalò gravemente, e perciò fu costretto a destinare di nuovo per presidente [168] del regno l’arcivescovo di Morreale Errico Cardona, come si fa palese dall’atto di elezione fatto in Palermo ai 25 di novembre 1527 (751), ed egli cominciò a governarci durante la malattia del vicerè fino ai 12 di febbraro 1528. Ai 13 dello stesso mese riassunse il Pignatelli il governo (752), e fu in grado di celebrare l’intimato parlamento.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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