Finalmente non trovando altra dimora, si determinarono di accettare l’offerta fattagli dall’augusto Carlo, che esibì loro in feudo l’isola di Malta, e del Gozzo, e la città di Tripoli, essendosi per la mediazione del pontefice Clemente VII moderati alcuni degli articoli, che i ministri di Cesare apposti aveano nella concessione. Il diploma imperiale fu segnato a Castelfranco nel Bolognese ai 24 di marzo 1530, che può leggersi presso il Lunig (758). Fattosi di poi il loro capitolo generale a Siracusa nel dì 15 di aprile, tutti di accordo i cavalieri approvarono il trattato conchiuso da Filippo Villiers loro gran maestro (759). Il pontefice Clemente VII volle ancor egli dar forza, come capo della religione gerosolimitana, a questo trattato con una sua bolla segnata in Roma ai 25 di aprile dello stesso anno (760). Arrivarono i cavalieri, che di poi furono chiamati di Malta, in detta isola ai 26 di ottobre: prima però avea il gran maestro spedito in Sicilia il generale delle galee F. Ugo Caponi con altri cavalieri della religione, i quali ai 29 di maggio dello stesso anno fecero il giuramento di fedeltà nelle mani di Ettore Pignatelli duca di Monteleone vicerè, come si fa palese dall’atto promulgato dal Vertot (761).
Nell’anno seguente 1531 ebbe ordine questo vicerè di convocare il generale parlamento. Era l’augusto Carlo vessato in Germania da Solimano, uno dei più guerrieri soldani, che abbia avuto l’impero di Costantinopoli, il [170] quale fino dall’anno 1521 molestava l’Ungherìa, e l’Austria ancora, e sebbene a Cesare sia sempre riuscito di respingerlo, non di meno gli era d’uopo di tenervi delle poderose armate per fargli fronte.
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