Armava una poderosa flotta Solimano in Costantinopoli, e si dubitava che non avesse altro in mira, se non la conquista del regno nostro, e di quello di Napoli. In questo urgentissimo pericolo convenne a Carlo di ordinare che si convocasse un parlamento straordinario per trovare i mezzi da difendere la Sicilia. Fu questo tenuto ai 7 di marzo 1532, nel qual giorno, fatti presenti i timori di essere presto invaso il regno, come ne erano arrivate le notizie da Venezia, e da Ragusa, fe’ il vicerè concepire ai parlamentarî il bisogno, in cui erano di provvedere alla loro sicurezza; e perciò suggerì ai medesimi che si dovessero tosto armare dieci mila fanti per la difesa della Sicilia. Condiscesero a questa proposizione gli ordini dello stato, e si obbligarono a mantenere codesto numero di soldati per lo spazio di due mesi, nel qual tempo si sarebbe facilmente saputo il destino della flotta turca; essendosi obbligati gli ecclesiastici a somministrare il pagamento per due mila, i baroni per quattro mila, e per altrettanti le città demaniali. L’elezione dei capitani, e degli altri uffiziali si lasciava all’arbitrio del vicerè, purchè fossero scelti dei nazionali almeno di origine, e che la scelta si facesse di persone nate, o abitanti nelle città, e terre, che somministravano il denaro per il loro mantenimento (766).
Non trascurò l’augusto Carlo di provvedere altronde alla sicurezza della nostra isola rendendosi forte per mare. Era suo ammiraglio il famoso Andrea Doria principe di Melfi, il quale era venuto al di lui soldo, dopo di avere abbandonato Francesco I re di Francia.
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