Non fu questo cavaliere nè prode capitano, nè fino politico. Le sue azioni, che abbiamo raccontate, lo palesano per un uomo dottante, e irresoluto. Trovossi egli in verità in circostanze assai critiche, per le quali restò l’animo suo sempre inquieto; ma s’egli fosse stato più accorto, e avesse saputo prevedere le sedizioni, e castigarle nel loro nascere con coraggio, e risolutamente, sarebbe stato certamente meno turbolento il di lui governo. Ciò non ostante bisogna esser d’accordo ch’ei fu un vicerè amante della giustizia, pieno d’umanità, e pio. Noi dobbiamo alla di lui devozione verso il Patriarca S>. Francesco di Paola suo compadre l’erezione, e la dotazione del monistero de’ Sette Angioli detto dal suo cognome de’ Pignatelli di monache Paoline, fatta in Palermo l’anno dell’era nostra cristiana 1532. Ci avvisa il padre Gaetani (774), che fu trovata l’anno 1516, in questa città una immagine de’ Sette Angioli, e che allora fu eretta una chiesetta in onore de’ medesimi. Venendo poi il duca di Monteleone, volle istituirvi una compagnia, che fe’ chiamare Imperiale, a cui egli stesso si arrollò, mettendo l’augusto Carlo, la città di Palermo, e il regno tutto sotto gli auspicî de’ Sette Angioli, ed eleggendovi un sacerdote che la reggesse, cui fu assegnata una rendita per sè, e per il mantenimento della chiesa, e della compagnia. Crescendo poi in esso la pietà verso i santi Angioli, volle fabbricarvi una badia di monache, sotto l’ordine di S. Francesco di Paola, di cui era divotissimo.
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