Noi non accompagneremo questo augusto a Tunisi, nè rapporteremo ciò ch’ei vi operò col senno, e colla mano, giacchè questo racconto ci distrarrebbe di molto dal nostro argomento. Saremo solamente contenti di dire, che Carlo prima s’impossessò della Goletta, e poi inoltrandosi verso la città di Tunisi, ebbe nelle mani la medesima, e il castello ancora; che il Barbarossa se ne fuggi a Costantina, e che fu da esso Augusto intronizzato nel detto regno Mulei-Assen, che si costituì tributario al medesimo, ed accordò condizioni molto vantaggiose alla corona di [174] Spagna, e a’ regni, che Carlo possedeva in Italia (784).
Discacciato Ariadeno, e conquistato il regno di Tunisi, Carlo s’imbarcò contento di questa felice impresa, e soffiando i venti meridionali venne prima all’isola della Pantelleria, si avvicinò di poi a quella della Favignana, e del Marettimo, e giunse finalmente in Trapani a’ 20 di agosto con porzione dell’armata, avendo rimandata l’altra in Spagna colle caravelle del Portogallo. Dopo di essersi in quella città riposato alquanti giorni (785), e ristorato da’ patimenti, che per le fatiche della guerra, e i disastri del viaggio avea sofferto, pensò di portarsi alla capitale. Partitosi adunque da Trapani passò per Alcamo, e venne a Morreale, dove si trattenne qualche giorno, aspettando che fosse preparata ogni cosa per la sua entrata. Il presidente del regno Simone Ventimiglia coi magistrati, e con molta nobiltà partì da Palermo per andare incontro all’augusto sovrano, che trovò nel bosco di Partenico, e vi fu graziosamente accolto.
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