Nel seguente mese fece anche il Doria mossa dalla stessa città con venti altre galee, e quindeci navi da trasporto, sulle quali eravi un buon numero di soldatesche, e veleggiò verso questa capitale, per prendervi a bordo il Gonzaga. Questi intanto lasciando a’ 21 di settembre per presidente del regno, durante la sua lontananza, [182] Ponzio Santapau (827) marchese di Licodìa (828), partì verso i 27 di settembre, e giunse all’isola della Pantellarìa, dove trovò le flottiglie, che, come abbiamo detto, s’erano mandate contro i corsari con ordine di ridursi a un dato tempo verso Trapani, e con esse fece vela per l’Affrica.
Fu breve questa campagna; i Mori, quantunque sulle prime si fossero azzardati di fare colle truppe cesaree lo sperimento delle armi, conoscendo nondimeno ch’erano inferiori di forze, si esibirono di sottomettersi all’imperatore, purchè non stassero soggetti al barbaro loro re. Ma il Gonzaga, sapendo le intenzioni dell’augusto Carlo, li obbligò a riconoscere per sovrano Mulei-Assen. Vennero perciò in di lui potere Monistero, Maometta, e Siface (829), ch’erano le principali città del regno Tunisino. Il vicerè adempiuta la sua commissione, e lasciate alcune truppe spagnuole con diversi cannoni, che quel re gli avea dimandato per la sua custodia, si rimbarcò, e ritornò vittorioso in Sicilia (830).
Il ritorno del Gonzaga in Messina dovette essere dopo i 10 di novembre, nel qual giorno troviamo sottoscritto l’ultimo dispaccio del marchese di Licodìa (831). Dopo il suo arrivo si applicò questo vicerè non solamente a fortificare la città suddetta, ma a girare per tutto il regno per dare le provvidenze necessarie per la conservazione delle città marittime, che sempre paventavano per i famosi corsari Barbarossa, e Dragutte, che infestavano i nostri mari.
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