Avea intimato in detta città per li 28 di esso mese un generale parlamento per ordine di Cesare, nel qual giorno richiese un sussidio straordinario nelle presenti guerre, che l’augusto principe sostenea, così per difendere i suoi stati dalle invasioni del Turco, come per sostenere a fronte della nata eresìa di Lutero la sagrosanta cattolica religione (869). Congregatisi i tre bracci, dopo diverse sessioni ai 9 del seguente mese offerirono un donativo di centocinquantamila scudi, pagabili in tre volte, come si fa palese dagli atti di questa adunanza, nei quali fu accordato al vicerè il regalo di tre mila scudi, e fu egli dichiarato regnicolo.
In questo istesso anno, essendo accaduta in Napoli la famosa tumultuazione contro il vicerè Toledo, il quale sotto il pretesto che le nate eresìe di Lutero, e di Zuinglio andavano serpeggiando nel regno (870), volea introdurre il temuto formidabile tribunale del S. Uffizio tanto abborrito da quella nazione; quindi questo vicerè richiese dei soccorsi di truppe così al Gonzaga allora governatore di Milano, come al nostro Giovanni de Vega, il quale non potendo sguernire la Sicilia, gli mandò solo ottocento fanti (871). Intanto il Vega si applicò a far calcolare la popolazione, che era in Sicilia, che noi chiamiamo: Enumerazione delle anime. Questa secondo le nostre memorie fu la seconda, che fu fatta in Sicilia nel presente secolo, e fu la prima sotto i principi Austriaci; giacchè quella, che la precesse, fu ordinata al vicerè la Nuça, vivendo Ferdinando il Cattolico, l’anno 1501. Furono trovate le famiglie, giusta ciò, che ne lasciò scritto il Fazello (872), montare in tutte le tre valli a 172267, e gli abitanti secondo il Mongitore (873), trattine quelli della città di Messina, che aveano il privilegio di non essere numerati, ad 818152. Siccome queste enumerazioni si fanno a due oggetti, e per distribuire equabilmente i pesi dei donativi, e per sapere quante persone possono trarsi da ciaschedun paese per la milizia, senza recar danno all’agricoltura, alla pastorizia, e alle arti necessarie; così ognuno dee persuadersi che codesti calcoli non sono mai esatti; avvegnachè ogni città, e terra cerca di fare apparire sempre minore il numero dei suoi abitatori, perchè meno uomini se ne traggano per la guerra, e minori pesi s’impongano alle medesime.
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