Condiscesero a’ voleri del vicerè i parlamentarî, e nel dì 8 dello stesso mese accordarono li soliti trecento mila fiorini, si obbligarono per altri cento mila in sei anni per le fortificazioni, ne assegnarono la somma di quarantotto mila, pagabili parimente nello spazio di sei anni, per le fabbriche, o ristori de’ ponti (902). Era poco prima venuto in Sicilia il conte Brocardo Persico a portare la lieta notizia, come il principe Filippo primogenito, già dichiarato re dal padre, era passato alle seconde nozze, ed avea sposata la regina Maria figliuola di Arrigo VIII, ed erede del regno d’Inghilterra (903). A questi in riconoscenza accordò il parlamento un regalo di mille once, come al vicerè fece il solito dono di cinque mila fiorini. Fu eletto per ambasciadore del parlamento lo stesso vicerè per far presentare questa offerta all’augusto Carlo, e richiedergli due sole grazie, che leggonsi ne’ capitoli del regno (904).
Era veramente il vicerè de Vega in pessimo stato di salute, e desiderava di riposarsi per alcun tempo dalle fatiche del governo, e di respirare una migliore aria, per cui ne avea già ottenuto il permesso. Dopo il parlamento dunque si dispose alla partenza, ed in forza della podestà che avea di scegliere un presidente, durante la sua lontananza, elesse con dispaccio viceregio dato [197] in Palermo a’ 25 di aprile di quest’anno il proprio figliuolo Ferdinando (905), ch’era stato un’altra volta in questa carica, quando egli era andato alla guerra d’Affrica l’anno 1550. Non ci si addita dove il detto vicerè sia andato: il canonico Amico (906), e dietro a lui l’Auria (907) vogliono, ch’ei fosse partito dalla Sicilia, ma a noi ostano i monumenti della cancellarìa regia, dai quali rileviamo che il di lui figliuolo non durò neppure un mese nel governo, e ch’ei lo riassunse prima di terminare il mese di maggio dello stesso anno 1555 (908); laonde sospettiamo, che ei si fosse piuttosto ritirato nella campagna di S. Giovanni di Baida, la di cui aria avea altre volte sperimentato salubre (909). Questa elezione piacque all’imperadore, il quale la confermò con suo diploma dato in Brusselles nel dì ultimo di maggio del medesimo anno (910). La carta imperiale trovasi registrata giusta i volumi della cancellarìa regia nella città di Taormina ai 23 di giugno del mentovato anno 1555 (911), dal che rileviamo che il vicerè si trovasse allora in quella città.
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