Noi lo troviamo in questa città nell’anno 1562, in cui celebrò il parlamento. Il motivo di questa straordinaria adunanza fu la visita regia mandata dal re Cattolico per metter freno a’ varî disordini, ch’erano nel regno. Era molto tempo, che arrivavano al suo trono le doglianze dei Siciliani, i quali desideravano che si rendessero loro meno pesanti i dazî, e le imposizioni, e che si riformassero i tribunali per la più spedita, e meno dispendiosa amministrazione della giustizia. Disbrigatosi adunque questo monarca da’ più gravi affari, che lo aveano finallora occupato, mandò in Sicilia Marcello Pignone marchese dell’Orivolo suo consigliere, come visitatore, per dar riparo ai disordini, e procurare la tranquillità del regno. Arrivato questi in Palermo, il duca di Medinaceli convocò nel regio palagio agli 8 di dicembre di detto anno uno straordinario parlamento, a cui intervenne il regio visitatore, e propose a’ parlamentarî i motivi, per cui erano stati radunati, cioè di provvedere alla giustizia, e alla quiete de’ vassalli, rendendo più ordinati i tribunali, e più proporzionati i pesi, ch’eglino soffrivano. Fu la riforma dei Tribunali (960) stabilita, ed accettata; e per riguardo alla giusta ripartizione dei pesi gli stessi tre ordini dello stato, a’ quali fu lasciato l’arbitrio di trovare i modi più plausibili per istabilirla, pensarono di mettere due imposizioni per lo spazio di dieci anni. La prima di un tarino per oncia per tutto il regno sopra il prezzo di tutti i drappi di seta, di panno, e di pelo, e sopra tutte le altre merci, e robe.
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