Un altro grave motivo spinse questo sovrano a spedire per vicerè il detto de Toledo; ed era quello di essere necessario in quelle circostanze un capitano sperimentato, che reggesse la Sicilia. Arrivò questo nuovo vicerè in detta città di Messina a’ 2 di marzo del seguente anno [213] 1565, ma non prese nella cattedrale di essa il possesso solenne della nuova carica, che a’ 22 di aprile, dopo di avere eseguita la commissione, che or ora diremo.
I corsali affricani privi del famoso asilo del Pegnone, e vedendo la Spagna padrona ancora della Goletta, disperavano di poter più sussistere, e perciò ricorsero al vecchio Solimano, acciò li liberasse da vicini così formidabili. Era questi irritato contro i Cristiani, e particolarmente contro i cavalieri di Malta, che facendo continove prede ne’ mari di oriente, aveano da ultimo rapito il vascello detto delle sultane carico di ricche merci, che apparteneano in parte a Kuslin Agà capo degli Eunuchi, e ministro dei suoi piaceri, e in parte a molte favorite. Mosso adunque dalle premure fattegli dal custode delle beltà racchiuse nel serraglio, e dalle lagrime delle sue donne si determinò di assicurare la navigazione ne’ suoi mari, e in quelli dell’Affrica, e di cominciare dallo acquisto dell’isola di Malta, per cui fe segretamente preparare una poderosa armata (973).
Egli Solimano da uomo saggio, e prudente, prima di far partire la flotta, convocò un gran consiglio di guerra, in cui fu esaminato, s’era necessario, ed eseguibile per assicurare il commercio de’ suoi sudditi, il discacciare i cavalieri gerosolimitani dalla isola di Malta.
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