Pagina (475/1481)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Mentre questo cavaliere ci reggea colla carica di presidente del regno, e precisamente nei primi giorni del suo governo, si cominciò la fabbrica del molo di Palermo, promossa dal Toledo, ma non potuta eseguirsi, mentre egli era in Sicilia, per i grandi preparamenti, che far si doveano, e per cercarsi il denaro necessario, la cui somma non era indifferente. In verità sembrava una cosa sconcia, che la capitale, dove molto si trafficava, restasse priva di un comodo porto per la sicurezza delle navi, che vi approdavano. Questo progetto molto utile fatto dal Garzìa si cominciò ad eseguire ai 29 di luglio 1567, quando il principe di Castelvetrano buttò la prima pietra, che servisse alle fondamenta del nuovo Molo, che per ripararlo dall’empito dei venti fu piantato sotto il monte Ercta detto da noi monte Pellegrino, come al presente esiste. Questa funzione fu fatta colla possibile sollennità, essendovi intervenuti la nobiltà, i magistrati, e il clero così secolare, che regolare, previe le preci prescritte dalla chiesa per ottenere da Dio le celesti benedizioni sopra un’opera così difficile, e dispendiosa.
      Arrivò nel tempo della presidenza di questo cavaliere il cardinale Alessandro Farnese [222] nipote del fu Paolo III pontefice, che l’imperadore Carlo V avea nominato fin dall’anno 1536 arcivescovo di Morreale. Volle egli visitare la sua chiesa, che non avea giammai vista, e celebrarvi un sinodo diocesano, come fece. Giunse egli in Palermo, dove fu accolto colle migliori dimostrazioni di onore, e fece la pubblica entrata a cavallo accompagnato dal presidente del regno suddetto, dallo arcivescovo, e dal pretore Ottavio del Bosco (1017). Avea egli seco condotto, o, come altri vogliono, avea fatto precedere il celebre Onofrio Panvinio dell’ordine di S. Agostino, il quale ammalatosi nel convento del suo ordine, se ne morì ai 7 di aprile 1568. La memoria di questo illustre letterato volle lo storiografo di Napoli Francesco Daniele l’anno 1782, essendo in Palermo, perpetuare con una lapide, che fece ergere a sue spese presso l’altare maggiore della chiesa di S. Agostino, dove debbono essere le ossa del medesimo, essendo il luogo della comune sepoltura di tutti i religiosi.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



Appendice - Indici - Note




Palermo Toledo Sicilia Garzìa Castelvetrano Molo Ercta Pellegrino Dio Alessandro Farnese Paolo III Carlo V Morreale Palermo Ottavio Bosco Onofrio Panvinio S. Agostino Napoli Francesco Daniele Palermo S. Agostino