Gli applausi che furono fatti al serenissimo Giovanni di Austria da tutte le potenze, e le feste celebratesi in questa occasione in Messina, sono rammentate dagli storici di quella città (1050).
La felicissima vittoria ottenuta dalle armi cristiane, e principalmente dalla flotta del re di Spagna, diede occasione al presidente del regno principe di Castelvetrano di convocare in Palermo un parlamento straordinario ai 24 di febbraro 1572, in cui rendendo conto del fortunato successo della battaglia, che abbiamo rammentata, fece insieme riflettere agli ordini dello stato le immense spese, che il re Cattolico era stato costretto a fare per difesa dei suoi stati; e però chiese a nome del medesimo qualche sovvenimento. I parlamentarî ai 5 del seguente marzo risposero alla dimanda del presidente del regno, che quantunque il loro animo fosse disposto a fare una dimostrazione corrispondente al bisogno, pur nondimeno trovandosi il regno in una estrema povertà per gli straordinarî donativi, ch’era stato obbligato di spessamente fare, non potea esibire al re una somma maggiore di cento cinquanta mila scudi, che offerirono, come uno attestato della loro divozione al monarca, colle condizioni nel pagamento, che si veggono descritte presso il Mongitore (1051).
Era in Palermo, quando si celebrò questo parlamento, il serenissimo Giovanni d’Austria. I Palermitani desiderosi di conoscere così famoso principe, fin da quando mandò il senato i suoi ambasciadori a Messina, per rallegrarsi col medesimo della ottenuta vittoria, incaricarono i medesimi, acciò lo pregassero, che si degnasse di venire nella capitale; ed egli umanissimo accettò l’invito, e promise di venirvi.
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