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      Partì dunque da [229] Messina al primo di febbraro, e dopo di essersi trattenuto qualche giorno in Cefalù, dove era stato spinto da’ venti contrarî, abbonacciatosi il mare prese la via di Palermo, e agli 8 dello stesso mese arrivò a Solanto, dove si fermò due giorni per aspettare che fosse preparata ogni cosa. Nel dì 10 s’imbarcò, e venne in città, dove fu ricevuto fra gli applausi degli abitanti sopra un magnifico ponte lungo diciassette canne, ch’era posato sopra archi, e balaustri indorati, e dipinti a guisa di un teatro romano. Il senato gli fe dono di un bellissimo cavallo riccamente bardato, su cui montando fe la pubblica entrata. Stava alla di lui destra il principe di Castelvetrano presidente del regno, e alla sinistra Giovanni Villaraut pretore. Gli faceano corteggio i senatori, e gli altri nobili, ancora essi saliti sopra bene addestrati destrieri con superbi arredi fino al numero di cencinquanta. Passeggiò per la città, le di cui strade erano ornate di tapezzarie, e passò sotto diversi archi trionfali relativi alla sua vittoria, che gli furono espressamente a questo oggetto eretti, e andò poi a riposarsi al regio palagio. Nei seguenti giorni vi furono diverse feste ordinate dal senato, e fra queste una giostra la più bella, che si fosse mai veduta, in cui si batterono dieci cavalieri, cinque per parte, e nel dì 18 dello stesso mese vi fu il giuoco così detto della Canna, in cui volle il detto serenissimo far mostra della sua destrezza, giuocando prima col principe di Castelvetrano, e poi con altri cavalieri (1052). Dopo di essersi trattenuto qualche tempo, e di avere visitato parecchi luoghi vicini alla città (1053), fu costretto a ritornare dopo la metà d’aprile in Messina, dove lo richiamavano la guerra cogli Ottomani, e le flotte dei collegati, che erano già arrivate in quella città.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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