Soggiunge, che colla stessa severità condannò a morte [238] Girolamo Colloca, uomo per altro diffamato, ma che godea la protezione di molti, e che non ostante le preghiere di costoro, e dell’intero senato, che andò in corpo al regio palagio per ottenergli la grazia, fu egli sempre sordo, e dovette colui andare alla forca.
Frattanto intimò per i primi di aprile dell’anno seguente 1579 l’ordinario parlamento nella sala del regio palagio di Palermo, ed arrivato detto giorno dichiarò agli ordini dello stato, che il re Cattolico desiderava da un canto di non chiedere alcun donativo dai suoi popoli, e che dall’altro le spese, ch’ei era costretto di fare alla giornata, rendeano vana questa sua volontà, e perciò contemperando S.M. la brama di giovare i suoi sudditi nelle necessità, nelle quali si trovava, restava contento che se gli somministrassero i soli ordinarî donativi, senza chiedere alcun sussidio straordinario, sebbene nelle presenti guerre gli fosse necessario. I parlamentarî volentieri aderirono a questa onesta dimanda, e nel dì 9 dello stesso mese offerirono il solito donativo de’ trecento mila fiorini, quello di centomila per le fortificazioni, l’altro di quarantotto mila per i ponti, e quello di ventimila scudi per i regî palagi (1091).
Pagavansi inoltre, come abbiamo avvertito nel capo antecedente, ragionando del parlamento tenuto nella stessa città l’anno 1576, quaranta mila scudi l’anno per cinque anni, affine di tenersi trecento cavalli leggieri per occorrere da per tutto alle temute invasioni de’ Turchi, o Mori.
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