Or siccome sino a questo edifizio arrivava la spaziosa, e diritta strada del Cassero, che avea fatta tagliare il vicerè Toledo, e non avea un termine nobile, così pensò egli con una magnifica idea di prolungarla fino alla marina, e di farla finire con una superba porta, che corrispondesse alla Porta Nuova, da cui avea il principio. Ordinò dunque che si tagliassero, o si diroccassero le case intermedie; e poi a’ 6 di luglio dell’anno 1580 buttò egli con solennità la prima pietra della Porta Marmorea, che poi dal nome della viceregina sua moglie fu detta Felice. Nel buttare la prima pietra vi furono collocate otto medaglie di argento indorato, delle quali una fu posta dallo stesso vicerè Colonna, una dal pretore Francesco lo Campo, e le altre dai sei senatori (1100). Adornò ancora la cattedrale di quattro cappelle in quest’anno 1580 nell’entrare a man destra, come costa dalla iscrizione marmorea, che fra le molte rinviensi nella piazza del Duomo (1101). In Messina ancora, volendo liberare le mura di essa città da’ danni, che recavano le onde del mare, che continuamente le battevano, fe fabbricare fra esse, e il mare una nobile ed ampia strada, che dal suo nome fu detta la Strada Colonna, dove passeggiavano le carrozze, e gli uomini a piedi comodamente, come lasciò registrato il Bonfiglio (1102), che rapporta ancora la iscrizione, che in quella occasione fu fatta.
      Il re Filippo II era uno de’ sette pretendenti alla corona di Portogallo vacata per la morte di Sebastiano, senza lasciarvi eredi; e comechè in suo luogo fosse stato acclamato il cardinale Arrigo gran zio del defunto re, nondimeno, essendo questi ecclesiastico, e nella età di 76 anni, dovea presto cadergli il serto dal capo, e tornare la controversia tra i pretensori.