In questo frattempo ricevette egli la conferma del suo viceregnato dal re Filippo II, che ne sottoscrisse il dispaccio ai 19 di agosto a Badajox, che poi fu registrato in Palermo ai 10 di giugno del seguente anno 1581 (1105).
      Mentre questo vicerè si applicava a migliorare le città di Palermo, e di Messina, accaddero molti fatti, che tennero occupato il di lui animo in affari più serî. I Tunisini, che erano già venuti in potere del Sultano di Costantinopoli, non poteano più tollerare la tirannia del loro governatore il bassà Assam, e la di lui insaziabile avidità: laonde l’anno 1581 sollevandosi presero le armi, e tagliando a pezzi quanti Turchi vi erano di presidio, ed obbligando l’iniquo bassà a fuggirsene in Costantinopoli, spedirono in Sicilia dei messi, per ricercare il loro re Amida, che stavasene in Palermo mantenuto a spese del regio erario; cui voleano restituire l’usurpatogli regno. Costui udito questo piacevole invito, chiese al Colonna il permesso di partire, e una scorta per essere sicuramente trasportato sino a Tunisi. Concepì il vicerè i vantaggi, che si sarebbono ricavati da questo cambiamento di cose; giacchè, oltre che la camera reale era disgravata dalle spese, che facea, per far sussistere questo principe moro con quella decenza, che al di lui grado conveniva, era molto vantaggioso alla Sicilia, ed ai regni di Spagna lo avere in Tunisi un re amico, e obbligato alla corona. Laonde condiscese alla di lui dimanda; e siccome mancava la flotta siciliana, che era ai servigî del monarca nella guerra del Portogallo, pregò il gran maestro di Malta, affinchè lo facesse scortare dalle galee della religione, il quale spedì la sua flotta, sulla quale imbarcatosi Muley Amida con uno dei suoi figliuoli, e cinque familiari, fu condotto a Tunisi, dove ricevuto da quel popolo con liete acclamazioni, fu rimesso nel possesso del trono dei suoi avi (1106).