Ma nello stesso anno 1581 successe in Malta un’altra rivoluzione, che attirò l’attenzione del governo. Era gran maestro della religione Giovanni de la Cassiere uomo scrupoloso, e severo, il quale fra gli altri regolamenti, che avea fatti, avea bandito dall’isola tutte le meretrici, il che dispiaceva estremamente a giovani scostumati della religione, che ne mormoravano altamente. Davano appoggio alle loro querele molti degli anziani cavalieri, che agognavano al posto del de la Cassiere, che, sebbene vecchio, [241] era nondimeno così robusto, e sano, che non dava loro speranza di potervi arrivare (1107). Il consiglio adunque, ch’era composto nella maggior parte di questi ambiziosi, sostenuto dal massimo numero dei cavalieri, si sollevò contro il gran maestro, e sotto il pretesto, che questi per la decrepitezza fosse inetto al governo, lo depose senza averne alcun diritto, e gli sostituì interinamente un altro. Non è del presente argomento il riferire l’esito di questo affare, e come il de la Cassiere chiamato dal pontefice Gregorio XIII a Roma fu ristabilito nel magistero di Malta. Chi desiderasse di sapere fil filo questa storia, potrà leggerla presso gli scrittori della religione. A noi basta lo avvertire, che il vicerè Marco Antonio Colonna udendo il tumulto suscitatosi in Malta, e temendo che quell’isola non venisse in potere di qualche sovrano nemico della casa d’Austria, vi spedì tre galee, sulle quali s’imbarcarono il di lui fratello Pompeo Colonna, Diego Osorio strategoto di Messina, e Luca Cifuentes de Heredia presidente della gran corte, i quali ebbero ordine di cooperarsi a far cessare i moti, che tenevano quell’isola in rumore, e d’impedire che i castelli cadessero in mani nemiche (1108) (1109).