Questa opinione sembra la vera, e tale si mostra dalle circostanze; giacchè è certo ch’egli partì da Palermo col corteggio di dieci galee, ed arrivato in Napoli fu onorevolmente accolto dal vicerè duca di Ossuna. Passò di poi a Gaeta, ed indi a Civitavecchia, dalla quale città partì per Roma per baciare il piede al sommo pontefice, e per visitare i suoi stati. Ritornato a Civitavecchia vi trovò quattro galee della religione di Malta, e quattro del gran duca di Toscana, che lo accompagnarono fino a Genova, e di poi a Barcellona. Ora un uomo, che partiva dalla Sicilia deposto dalla orrevole carica di vicerè, e che qual delinquente andava a render conto delle sue azioni alla corte, non avrebbe certamente avuto un così nobile corteggio, non sarebbe stato accolto con tante dimostrazioni di onore, nè si sarebbe curato di andare a Napoli, e a Roma, nè di visitare i suoi feudi; ma privatamente si sarebbe imbarcato, e si sarebbe affrettato di volare a Madrid per discolparsi al più presto che avesse potuto, per non dar tempo a’ suoi nemici di ordirgli nuove cabale.
Partì dunque non in figura di reo, ma godendo la grazia del suo monarca il Colonna, e dovette far vela verso i 17 o 18 di maggio 1584, giacchè noi sappiamo, che il conte di Briatico non prese possesso della carica di presidente del regno in Messina, che a’ 21 dello stesso mese, nel qual giorno fu ivi registrata la di lui patente (1128). Non ebbe egli la [247] sorte di baciare la mano al re Filippo; giacchè, mentre era a Medinaceli, oppresso da una gagliarda febbre, se ne morì al primo di agosto nella fresca età di quarantanove anni.
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