Continuava a dimorare in Sicilia il regio visitatore Gregorio Bravo, ed era venuto a Palermo, ove sindicando i regî ministri, ne depose molti dall’impiego, che occupavano. Furono i principali fra questi Vincenzo Spinola maestro portolano, Guglielmo Pugliades tesoriero regio, e Francesco Beccadelli maestro razionale, non Loccatelli, come errando scrisse il Caruso (1139). Nell’uffizio del tesoriero fu sostituito Giovanni Arduino di nazione catalano, ma non sappiamo chi sia subentrato in vece del maestro portolano, e del maestro razionale, non accennandolo il manoscritto, di cui abbiamo fatto uso (1140), il di cui autore [249] per altro sbaglia nello indicarci l’anno 1586, essendo questa deposizione accaduta l’anno antecedente, di cui ragioniamo (1141).
Quietatisi i rumori di Napoli, chiamò il conte di Albadalista in quella città il generale delle galee di Sicilia. Erano anche venute ivi cinque galee, che vi aveva spedite la religione di Malta per servirlo, e portarlo in Sicilia, e con questo nobile accompagnamento si dispose a partire. Aveano i Messinesi tentato d’indurlo a recarsi prima nella loro città. Il barone di Monforte, ch’era andato in Napoli, per ossequiare a nome del senato di Messina il nuovo vicerè, non avea trascurato di fargliene delle premure; ma trovò che i Palermitani lo aveano prevenuto; e perciò essendosi compromesso con questi, non fu in grado di accettare l’offerta dei Messinesi (1142). Partì dunque con questo accompagnamento da Napoli, ed arrivò in Palermo ai 3 di agosto dello stesso anno 1585. Si trattenne tutto quel giorno nella casa, e giardino di Cifuentes presso la chiesa della Consolazione.
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