Essendo già pronta in quest’anno 1588 la poderosa armata marittima, che il re Cattolico destinava contro l’Inghilterra, fu incaricato il conte di Albadalista di procurarle de’ viveri necessarî; ed egli dando le provvidenze opportune, dopo di averli fatto raccogliere, ordinò che si preparassero le barche da carico necessarie, le quali trasportassero all’armata reale le dette provigioni già pronte. L’esito infelice di questa spedizione nato parte dalla poca abilità di chi comandava la flotta (1155) e parte da una tempesta, è descritto da molti [253] storici, e particolarmente dall’inglese David Hume (1156).
Partite le navi di trasporto, rivolse l’animo il vicerè a convocare il parlamento nei primi di aprile del seguente anno 1588, nella di cui apertura si avvalse del motivo di questa guerra per chiedere i soliti soccorsi agli ordini dello stato, i quali dopo le consuete sessioni, fecero la offerta de’ trecento mila fiorini per tre anni, e prorogarono quello de’ cento mila per le fortificazioni, de’ quarantotto mila per i ponti, de’ ventimila scudi per le fabbriche de’ regî palagi, de’ dieci mila per le torri, e de’ quaranta mila per la cavalleria. Al vicerè poi oltre il dono di cinque mila fiorini, che accettò, ne esibirono uno di sessanta mila scudi, ch’ei ricusò; il suo cameriere maggiore ebbe le usate oncie cento, e i regi uffiziali le oncie sessanta. In questo parlamento furono fatti due atti di abilitazione in regnicoli, l’uno a favore del segretario di esso vicerè Matteo Vasquez, e l’altro per Giovannettino Doria figliuolo dell’ammiraglio Giovanni Andrea (1157).
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