CAPO XIII.
      Lorenzo Suarez de Figueroa duca di Feria vicerè. Giovanni Ventimiglia marchese di Geraci presidente del regno.
      Quantunque l’elezione del figliuolo del duca di Macqueda fosse stata confermata dal re Filippo III, nondimeno, o perchè volesse quel sovrano mandare un cavaliere più maturo, ed esperto al reggimento di Sicilia, o perchè, com’è più verisimile, il duca di Lerma, che era il ministro onnipotente nella corte di quel monarca, volesse beneficare con questo ragguardevole posto un suo amico, fu eletto per vicerè nostro agli 11 di marzo Lorenzo Suarez de Figueroa duca di Feria, il quale a parte d’essere amico del primo ministro, era un uomo pieno di meriti, che colla sua condotta, siccome diremo, non fe’ lungamente piangere a’ Siciliani la perdita, che aveano di recente fatta. La real cedola fu sottoscritta a Valladolid nel detto giorno dell’anno 1602.
      Fu perciò breve il governo del marchese d’Elci, giacchè affrettandosi il duca di Feria per venire al suo destino arrivò in Palermo agli 11 di maggio dello stesso anno. Fu egli condotto dalle galee di Genova, ma siccome non si aspettava così presto, e non si erano perciò fatti i consueti preparamenti per riceverlo, perciò gli convenne di trattenersi per lo spazio di cinque giorni nel solito palagio di Cifuentes al Molo, fino che fosse tutto lesto per la solenne entrata. A 16 dunque del detto mese fu dalle stesse galee portato alla Garita, dove fu ricevuto dal senato, dai magistrati, e dalla nobiltà, e montando a cavallo entrò per la Porta Felice, e corteggiato da’ senatori, ministri, e cavalieri, fra il rimbombo delle artiglierie, e gli evviva del popolo si avviò al duomo, dove arrivato, cantatosi l’inno ambrosiano, fe’ il solito giuramento nelle mani del protonotaro (1240), e del pretore, e di poi rimontando a cavallo collo stesso nobile accompagnamento andò alla sua abitazione nel regio palagio (1241).