In questa adunanza, gli atti della quale sono rapportati dal Mongitore (1245), nulla fu stabilito, che meriti l’attenzione dei nostri legitori. Fu fatta la solita proposta, furono esibiti, e prorogati i consueti donativi, che riferiti abbiamo negli anni antecedenti, e solamente vi fu aggiunta per altri dieci anni la gabella della macina, che andava già a spirare. Il vicerè non ebbe che l’usato donativo de’ cinque mila fiorini, e il suo cameriere maggiore le prescritte dugento fenici, come le sessanta i regî officiali.
Arrivò in questo anno istesso nel mese di luglio Giovanna d’Austria figliuola bastarda di Giovan d’Austria fratello naturale del re Filippo II, che si era destinata fin dall’anno antecedente per sposa a Francesco Branciforti principe di Pietraperzia primogenito del principe di Butera. Era questa dama venuta nel dì 13 dello stesso mese a Cefalù, e nel giorno seguente venne alle acque dette dei corsari, dove fu accolta da tutto il parentado, e di là andò a sbarcare al Molo. Ivi si trovò con molta nobiltà il duca di Feria, il quale onorandola come zia del re Filippo III la prese nella sua carrozza colla principessa di Butera, e la condusse al palagio di Cifuentes (1246). Fu differita la entrata di questa principessa fino a’ 20 di esso mese. Montò essa a cavallo nel detto giorno (1247), [272] assistita alla destra dal vicerè, e alla sinistra dal pretore Mariano Migliaccio. Era seguita dallo sposo, che stava in mezzo del principe di Butera suo padre, e di Luigi Mastrantonio capitano della città, e stavano le melizie urbane degli artisti squadronate, e sotto le armi per le strade, per le quali passar dovea.
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