Fu quest’anno felice per la Sicilia, dove dopo la celebrazione del parlamento arrivò la lieta notizia della pace già fattasi ai 18 di agosto fra la Spagna, e l’Inghilterra. Questa notizia, che rallegrava la Sicilia, come quella, che in parte restituiva il già cadente commercio, fu dal duca di Feria partecipata per tutto il regno, e di suo ordine furono rese pubbliche grazie all’Altissimo. Un altro lieto avviso giunse l’anno seguente 1605, che rapportò essersi la regina Margherita agli 8 di aprile sgravata di un principino, cui fu imposto lo stesso nome del padre, e dell’avo, per il quale felice avvenimento il duca di Feria comandò che si facessero dappertutto nel regno pompose feste, essendo nato l’erede dei vasti regni di Spagna (1256). Questo vicerè essendosi abbastanza trattenuto in Messina, se ne ritornò nel detto anno in Palermo.
      Mentre egli era in questa città, accadde in Messina una tumultuazione fra’ soldati spagnuoli, e genovesi, che avrebbe potuto apportare a Messina un grande scompiglio, se l’accortezza del principe Doria non avesse troncati i fili della medesima. Trovandosi nel porto di essa città la flotta combinata degli Spagnuoli, dei Maltesi, e dei Genovesi, che l’imperadore Rodolfo, che avea sulle spalle nell’Ungheria i Musulmani, avea ottenuto dal re Cattolico, dalla repubblica di Genova, e dalla religione di Malta, che si radunasse a Messina per marciare a favore dei rubelli Albanesi, e contro il Turco, per distrarlo dalla guerra, che facea in Germania, alcuni soldati spagnuoli tentarono di rubare uno dei capitani genovesi, che sapeano di essere molto ricco, e gli assaltarono la casa.