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      Fu il governo di questo vicerè applaudito dalla maggior parte della nazione, giacchè maneggiò gli affari con buona maniera, e con destrezza; nè trascurò la retta amministrazione della giustizia. Fu anche fortunato durante il suo governo, se sen’eccettui la crudele carestia, che l’ultimo anno del suo viceregnato cominciò ad affliggere la Sicilia. Non amò di fare nuove cose, ma perfezionò quelle, che si erano già incominciate. In Palermo il Molo, e la Porta Felice videro, mentre egli comandava la Sicilia, il loro compimento. Fra le molte utili provvidenze, che ei diede, è da valutarsi moltissimo quella, che regolò il principio dell’anno. I tribunali, le corti, i magistrati, e perciò anche i notai non erano fra loro di accordo, e chi cominciava l’anno a natale, chi ai 25 di marzo, e chi in gennaro, e quindi nascea negli atti, e nei contratti una certa apparente difformità, che apportava confusione. Egli dunque con sua prammatica dei 7 di gennaro 1603 ordinò, col voto del sacro consiglio, che in avvenire l’anno dovesse cominciare uniformemente dal primo di gennaro, giorno sacro alla circoncisione di N. S. Gesù Cristo, e così d’allora si è eseguito per tutto il regno (1262). Da Palermo il duca di Feria passò a Reggio, dove trovò una galea del Doria, e con essa venne a Gaeta. Ivi fu assalito da una gagliarda febbre, e si fe condurre a Napoli dove, essendo riusciti inutili tutti i presidî suggeriti dai medici, se ne morì, senza poter eseguire alcuna delle incombenze affidategli dal re (1263), nè in Roma (1264), nè in Germania.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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