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      Non v’ha dubbio che il marchese di Vigliena fosse portato a favore dei Palermitani, e della loro città. Ritornato da Messina si applicò principalmente ad imitare le vestigia dei suoi predecessori, i quali aveano fatto a gara per render questa capitale più nobile con nuove fabbriche. Concepì egli che le strade Toledo, e Macqueda diverrebbero assai più magnifiche, se nel punto della loro intersecazione si ergesse una superba piazza ornata di balconi, di marmi, di statue, e di fontane. Piacque il di lui bel progetto al senato, e dopo varî disegni fatti dai più periti ingegnieri, finalmente fu risoluto che si fabbricasse nella forma ottangolare, cioè che con simmetria s’innalzassero in pari distanza quattro facciate dello stesso disegno, e cogli ornamenti, che si sono detti, nella guisa che al dì d’oggi si osservano, ed attirano l’ammirazione degli stranieri. Avendo perciò ogni facciata due angoli, fu detta l’Ottangolo. Ebbe ancora altri nomi, giacchè fu detta la Piazza del Sole, perchè questo pianeta dal suo nascere fino al tramontare non mai l’abbandona, la Piazza Vigliena dal nome del vicerè, e la Piazza de’ quattro Cantoni (1283). Passò qualche tempo fino che si fosse data mano all’opra; nè s’incominciò che a’ 21 di dicembre dello stesso anno 1608, nel qual giorno il vicerè con solenni cerimonie diede il primo colpo con un martello d’argento per diroccarsi le case, ch’erano di ostacolo alla suddetta Piazza (1284).
      Intorno a questo tempo soffrì questo buon governante un sensibile dispiacere per la disgrazia accaduta a Diego Fernandez suo figlio bastardo.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



Appendice - Indici - Note




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