Nacque quindi un certo disgusto in tutti i ceti, che osservavano trascurato il pubblico bene, promossi alle cariche coloro che ne erano immeritevoli, e maltrattati quelli, cui stava a cuore il vantaggio, e la felicità del regno. A questo disgusto universale successe in conseguenza il dispregio della persona, anche in quelli, che per vie tortuose cercavano di migliorar fortuna; i quali niun conto facendo del vicerè, corteggiavano i di lui familiari, dai quali sapeano che unicamente dipendea la loro sorte. Vedendosi adunque il marchese di Vigliena vilipeso, e desiderando di menare una vita del tutto divota, chiese alla corte di Madrid di essere disgravato dalla carica che sostenea. Era il ministero di Spagna a giorno de’ disordini, nei quali trovavasi il regno, e consigliò il re cattolico ad acconsentire alla inchiesta del vicerè. Fu dunque eletto per suo successore il duca di Ossuna; e siccome questo cavaliere dovea dimorare qualche tempo prima di venire in Sicilia, lo stesso sovrano con suo dispaccio dato in Madrid agli 8 di febbraro 1610 elesse per luogotenente del regno il cardinal Giovan Giannettino Doria arcivescovo di Palermo (1301). Ottenuta la facoltà di abbandonare il viceregnato, non partì così tosto, non si sa il perchè, il marchese di Vigliena, ma tardò fino ai 12 di settembre 1610. Racconta il Paruta, che nel passare per la strada del Cassero fu questo cavaliere accompagnato dalle fischiate dello stolto popolo (1302), il che dà un’altra prova del dispregio, in cui era venuto (1303). Fu egli condotto dalle galee di Malta.
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