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      Siccome poi intendevano di ottenere molte grazie dal sovrano, e la maniera di venirne a capo era quella di rendersi benevolo il duca di Lerma primo ministro, che dominava nell’animo di Filippo III, perciò col consiglio verisimilmente dello stesso vicerè, elessero per ambasciadore il duca di Uzeda figliuolo del detto ministro, acciò presentasse al re l’offerta suddetta, e co’ suoi uffizî presso il padre facesse concedere le grazie che desideravano; e a questi per mezzo del duca d’Ossuna fecero arrivare un dono di trentamila scudi (1339). Noi abbiamo nei capitoli del regno (1340) alcune grazie accordate dallo stesso vicerè sotto i 3 di marzo dell’anno seguente 1616, ch’erano state in questo parlamento dimandate; dal che ricaviamo, che il monarca Cattolico diede al duca di Ossuna stesso la libertà di accordarle. Il Longo (1341), e il Caruso (1342) avvisano che i Messinesi furono esenti dalla contribuzione dei 300 mila scudi, avendo il consiglio d’Italia in questo istesso anno, come si è detto, sentenziato a favore dei medesimi, abolendo il dazio sopra la seta cruda, e confermando il privilegio dell’anno 1591.
      La facilità, con cui i parlamentarî si arresero al volere del duca di Ossuna, è un argomento ben forte della estimazione, nella quale era questo cavaliere presso tutta la nazione. In verità nel di lui felicissimo governo parea che la Sicilia prosperasse di giorno in giorno, e corresse ad acquistare l’antico suo lustro, in cui era stata, rendendosi sotto gli occhi dei proprî re rispettabile alle altre potenze.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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