[295] Non ristavasi il duca di Ossuna vicerè di Napoli di far la guerra a’ Veneziani, e fu opinione ch’ei segretamente vi avesse chiamate le forze ottomane: che che ne sia della verità, egli è certo che nel mese di agosto dell’anno 1620 comparve una flotta turca numerosa di sessanta galee, la quale sbarcò le sue truppe in Manfredonia città della Capitanata provincia di Napoli, che prese, e saccheggiò mettendo in ischiavitù una gran copia di quegli abitanti. La vicinanza del formidabile nemico fe paventare tutta la Sicilia, e il conte di Castro vicerè, che a’ 15 di agosto era partito da Palermo. Arrivato con le galee di Milano nella città di Messina, dove tuttavia vi era una flotta di quaranta galee composta dalle napolitane, dalle genovesi, dalle fiorentine, e dalle maltesi, chiamò a consiglio i generali, per udir da loro cosa fosse espediente di fare in questo frangente. L’avviso di tutti, trattone il generale di Malta, fu di allestire le galee, e rinforzarle di soldatesche, e di munizioni, e di marciare nell’Adriatico, andando alla lontana alla coda della flotta turca, a fine d’impedire che facesse altro sbarco o in Puglia, o in Calabria, senza però azzardarsi a battaglia. Ma il commendatore Gattinara, che comandava le galee di Malta, sostenne che si dovesse a dirittura marciare contro il nemico, ed attaccarlo. Si compromettea ei di un esito favorevole, avvegnachè le galee nemiche, comunque superassero in numero le nostre, erano certamente sproviste di truppe, e tarde al moto per il bottino fatto a Manfredonia, di cui erano cariche; in guisachè era agevolissima cosa il conquiderle.
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