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      Il conte di Castro, che quanto era buono politico, e saggio governante, altrettanto era inesperto nel mestiere della guerra, circospetto, e timido, non si arrese al consiglio del generale maltese, che riputò temerario, sebbene fosse il migliore; e persuaso ch’era meglio l’errare con molti, fe prevalere nell’animo suo l’opinione degli altri, che suggerirono di osservare gli andamenti del nemico, ma non mica attaccarlo. Così fu fatto, e la squadra uscendo dal porto vide con ignominiosa viltà l’armata turca carica di preda ritornarsene pacificamente in Levante (1361).
      Allontanatasi l’armata nemica, il vicerè partì da Messina nel mese di settembre con trentadue galee, cioè le nove siciliane, le sei di Milano, le sei di Firenze, e le cinque di Malta, (le napolitane se n’erano ritornate a Napoli), e arrivò in Palermo a’ 26 dello stesso mese. Si applicò allora ad abbellire la città. Erasi dal senato di Palermo l’anno 1620 aperta presso il regio palagio una porta dalla parte occidentale della città per comodo degli abitanti, cui aveano dato il nome di Porta di Castro, per eternare la memoria di questo saggio cavaliere, come appare dalla iscrizione ivi apposta al fianco destro:
      D. N. PHILIPPO III. HISPAN. ET SICILIAE REGEEjusque vices gerente
      D. Francisco de Castro Comite Castri, ad Urbis
      Decus, et commodum in Regione, que Khemonia (1362)
      Fuit appellata, S.P.Q.P. Portam hanc aperuitUtque lapides etiam Principis beneficentissimi
      Promerita loquantur, Portam de Castro dixit.
      Ora siccome era d’impedimento a render diritta la strada, che conducea a quella porta, l’antica chiesa di S. Maria dell’Idria, convenne diroccarla, essendosi obbligato il senato, previo il consenso del vicerè, del cardinale arcivescovo, e del benefiziato di essa chiesa, a fabbricarne una nuova nel giardino di S. Mercurio (1363). Si aspettò il ritorno del vicerè per fare questa funzione, e a’ 2 di ottobre di esso anno coll’intervento del senato, del ministero, e di molta nobiltà il conte di Castro con un martello di argento ruppe il muro di essa chiesa, e si aprì la strada, che conducea alla mentovata porta (1364).


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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