Gli era anche a cuore di nobilitare la città capitale, ed oltre le fabbriche dell’arsenale, e della porta di Castro, che abbiamo additate, compì la piazza Vigliena, sollecitando il senato ad ergere l’ultimo cantone detto di S. Oliva. Volle il senato eternare le premure di questo vicerè, per darsi l’ultimo compimento alla piazza Vigliena, facendogli coniare una medaglia, in cui sta inciso il di lui busto, attorno al quale vi si legge: D. FRANCISCUS DE CASTRO COMES CASTRI PROREX SICI. Nel rovescio si osserva il cantone della piazza perfezionato sotto il di lui governo colle parole intorno: S. P. Q. PAN. OPT. PRINCIPI. Ei perfezionò ancora la gran sala del regio palagio. Furon anche sue opere la fabbrica dell’armeria pubblica innalzata nella casa del senato, il bastione fattosi al forte del Molo, dove oggi evvi un presidio di soldati, e il banco, ossia Tavola di Palermo fissata nella casa senatoria, che prima stava in una contigua abitazione, ad oggetto di rendere più sicuri i tesori della città, e dei particolari, che vi si conservano. Ecco perchè questo saggio, e pio cavaliere fu compianto da tutta la nazione, e perchè è rimasta, e rimarrà sempre presso di noi eterna, e commendabile la memoria di questo vicerè.
CAPO XVII.
Il principe Emanuele Filiberto di Savoja vicerè, Giannettino Cardinal Doria arcivescovo di Palermo luogotenente del regno.
Era il principe Emanuele Filiberto di Savoja, che noi abbiamo più volte mentovato come ammiraglio della squadra di Spagna, cugino di Filippo IV re Cattolico, e per la sua nascita, e per i rari suoi talenti, e prudenza molto accetto a quel monarca, che lo avea in grandissima riputazione.
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