Fe ritorno il principe Emanuello Filiberto in Palermo anzichè spirasse l’anno 1623, perocchè siamo avvisati dal Rosa (1385), che egli era già in questa città a’ 29 di dicembre del detto anno, quando fu nella cattedrale cantato l’inno ambrosiano, per la nascita di una principessa reale, che dovette essere Margherita Maria Caterina, che venne alla luce agli 8 del medesimo mese. Intervenne sua altezza a questa solenne azione di grazie, e in questa fausta occasione liberò uno che era condannato alla galea. Vi si era egli verisimilmente restituito, e perchè era cessato ogni dubbio dell’armata turca, e perchè era vicino il tempo da celebrarsi il generale ordinario parlamento, che ei volea convocare nella sala del regio palagio di Palermo.
      Fu stabilito il mese di maggio 1624 per questa assemblea, e ai 17 ne fu fatta l’apertura, in cui il vicerè propose i bisogni della corte, e dimandò non solo i soliti donativi, ma ancora la continuazione di quello di trecento mila scudi, che si era prorogato nel parlamento dell’anno 1615 per altri nove anni. Fattesi le solite conferenze tutti di accordo i tre ordini dello stato fecero ai 19 di esso mese l’offerta dei trecento mila fiorini, e prorogarono i consueti donativi per le fortificazioni, per le fabbriche dei regî palagi, per la conservazione dei ponti, per il mantenimento delle torri, per il soldo della cavalleria, e per quello dei ministri del supremo consiglio d’Italia; ma intorno ai trecento mila scudi annuali, prima di determinarsi, rappresentarono al principe Emanuele Filiberto, che dall’essersi per la prammatica discalati i censi dal dieci al cinque per cento, se ne traeva nel donativo dei trecento mila scudi un vantaggio di diciassette mila scudi all’anno.