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      Di questa celebrità evvi alle stampe (1399) la distinta relazione, e vuolsi che dal mese di giugno, nel di cui nono giorno cominciò a solennizzarsi il ritrovamento delle sacre ossa, sino che terminò la festa, niuno restò attaccato da questo morbo (1400). Passato [304] il detto tempo ripullulò; ma parve che cessasse interamente nel dì 15 di luglio, in cui cadea il vero giorno del ritrovamento, e aprissi allora il commercio colle altre città del regno. In capo però a cinque mesi nel dicembre dello stesso anno tornò il male a farsi sentire, e fu di mestieri di chiudere di nuovo la comunicazione colle altre città, quantunque non avesse mostrata l’antica forza, ma fosse comparso più benigno, e in capo a qualche mese si fosse perfettamente estinto (1401).
      Grandissime furono le sollecitudini del cardinal Doria durante questo flagello, per tenere, come presidente del regno, tranquilla la città. Non vi è tempo più pericoloso, quanto è quello della pestilenza. I ladri profittano delle circostanze funeste delle città, per assalire le case degli appestati, e dirubarle; gli scostumati assuefatti a guardare la morte con occhio indifferente si fanno lecita ogni scelleraggine, nè mai la pudicizia delle donne è più esposta alle loro insolenze, quanto in queste occasioni; la giustizia è disarmata, mancando i mezzi di esercitarla, e i delitti i più atroci rimangono impuniti. Il Doria, volendo riparare a codesti disordini, ora con rigorosissimi bandi cercava di frenare lo ardire di costoro, ora come pastore con editti pieni di santa unzione procurava di ridurli al dovere, facendo loro osservare la destra di un Dio irritato, che puniva con questo flagello i loro peccati.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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