Vennero infatti a Siracusa cinque galee maltesi col loro generale, il quale udendo che le galeotte bisertane erano a vista di Augusta, marciò verso quella città per attaccarle. Nello stesso intendimento erano i Turchi, che sentendo l’arrivo de’ Maltesi si avvicinarono a Siracusa per dar loro battaglia, e incontratisi al famoso promontorio di Plemmìrio si azzuffarono co’ medesimi. Fu questo fatto d’armi svantaggiosissimo a’ Maltesi, come può vedersi presso il loro storico Vertot (1404). Ma del cardinal Doria ci resta ancora a parlare in appresso.
     
      CAPO XVIII.
      Antonio Pimentel marchese di Tavora vicerè, Arrigo Pimentel suo figlio presidente del regno.
      Le pressanti lettere scritte dal cardinal Doria alla corte di Madrid, rappresentando, ch’ei non potea in quei frangenti della pestilenza sostenere insieme il peso della cura pastorale, e quello del governo politico, indussero finalmente il re Filippo IV a destinare il nuovo vicerè nel regno di Sicilia, ed elesse a questa carica Antonio Pimentel [305] marchese di Tavora, come costa dal dispaccio reale sottoscritto in Madrid dallo stesso sovrano a’ 20 di maggio 1625 (1405). Tardò egli più di un anno a portarsi a questo suo destino, o perchè vi si dovesse disporre, ed equipaggiarsi, o perchè volesse andar procrastinando, sino che il contagio fosse finito; e non giunse in Palermo che agli 11 di giugno 1626, mentre stavasi celebrando una delle feste di S. Rosalia, ed insieme quella del Corpus Domini, che cadde in detto giorno. Non si diede egli molta fretta per prender possesso, ed aspettò che fossero terminate le feste, e si fosse preparata ogni cosa per fare la solenne entrata, standosene intanto da privato.