Laonde destinò immediatamente per vicerè di essa Francesco Fernandez de la Cueva duca di Alburquerque, che ritrovavasi ambasciadore del re Filippo IV alla corte di Roma, dove era pontefice Urbano VIII. Gli fu spedito il dispaccio da Madrid ai 30 di maggio dello stesso anno 1627 (1416).
La vicinanza di Roma, dove questo cavaliere si ritrovava, non lo fe molto indugiare a portarsi al suo destino. Partissi perciò, e venne a Messina nel mese di settembre dove fe registrare il suo dispaccio (1417), che che ne abbia detto il Longo (1418), che lo fe venire a dirittura in Palermo nel mese suddetto. Partì di poi per questa capitale nel seguente mese di novembre con sette galee ed un barcone, in cui era il suo equipaggio, e vi arrivò con sole quattro galee, essendo rimaste le altre tre a rimorchiare la barca da carico, cui era mancato il vento, ai 15 dello stesso mese. Sbarcò sul tardi al Molo dove si fe trovare il cardinal Doria colle sue carrozze, che lo condusse all’arcivescovado. La viceregina sua moglie montò nel cocchio della principessa di Villafiorita colla duchessa di Misilmeri nuora di essa principessa, e venne dal cardinale. Si trattennero i due sposi presso questo prelato fino ai 28 di esso mese, nel qual giorno ritornati al Molo, e rimbarcatisi smontarono al solito luogo della Garita. Il vicerè cavalcò, e accompagnato dal senato dalla nobiltà, e dal ministero fe la pubblica entrata, passando sotto un arco trionfale adornato d’imprese, e d’iscrizioni allusive alla nobil famiglia la Cueva, e andò alla cattedrale, dove fe il consueto giuramento.
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