Non avea Filippo IV un personaggio più destro, e più intendente negli affari politici del duca di Alcalà, e perciò lo destinò come suo plenipotenziario alla dieta di Colonia. Ma questo illustre cavaliere, mentre andava in Germania, ammalossi in Villaco nella Carintia, e nel mese di marzo dell’anno 1637 se ne morì.
      Molte cose si sono da noi dette di quest’uomo singolare, ma ce ne restano delle altre per compiere il suo elogio. Fu egli uomo dotto, e protettore de’ letterati, che accoglieva con distinzione, e spronava a rendersi utili colle loro fatiche alla repubblica. Erasi allora fondato l’ordine del beato Giuseppe Calasanzio detto della madre di Dio, o delle Scuole Pie, il di cui istituto obbligava i suoi ad insegnare gratuitamente la grammatica a’ poveri. Ebbe perciò a cuore il duca di Alcalà di non privare la Sicilia di questo benefizio, e cominciando dalla capitale, chiamò in Palermo l’anno 1633 questi utili religiosi, da’ quali continua questa città a trarre de’ vantaggi nel progresso delle scienze, e nella educazione della gioventù (1457); e fabbricò loro la casa, e la chiesa sotto il titolo di S. Silvestro, dove ancora dimorano. Questa capitale inoltre riconosce alcuni altri adornamenti dalle premure del duca di Alcalà. Senza nominare le fontane di S. Maria di Gesù, quella al Molo de’ quattro Venti, che più non esiste, e l’altra dirimpetto la chiesa di S. Antonino fuori la Porta di Vicari, dove vi sono ancora le due statue di S. Antonio, e di S. Pietro di Alcantara; è degna di essere rammentata la deliziosa, ed ampia strada adornata di fronzuti, e verdeggianti pioppi, ed olmi, la quale dal detto tempio di S. Antonino spinge direttamente sino al mare, e s’unisce da una parte colla villa pubblica Giulia, e dall’altra colla strada Colonna oggi detta la piazza Borbona.