Nacquero nell’anno seguente dei gravi disturbi colla religione di Malta, che questo presidente colla sua prudenza seppe soffocare. Fin dall’anno antecedente 1636 il gran maestro Paolo Lascaris Castellard, ch’era succeduto ad Antonio di Paola, avea dimandati al duca di Montalto i frumenti per servigio dell’isola, e gli erano stati negati sotto il pretesto, che la ricolta in Sicilia era caduta male. Si provide allora la religione da Napoli. Nel seguente anno avendo replicate le istanze, il presidente del regno si negò, e secondo le istruzioni, che avea ricevute dalla corte di Madrid, ordinò che in tutti i porti della Sicilia si arrestassero i legni maltesi, che o vi erano, o vi fossero in appresso arrivati (1462). Essendo perciò entrate nel porto di Siracusa due galee di Malta, il governatore di quella piazza, ubbidendo alla circolare del duca di Montalto, si messe in dovere di farle disarmare. Penetrò il comandante maltese questo disegno, e non dandogli tempo di eseguirlo, sortì bruscamente da quel porto per mettersi in salvo. Il governatore vedendosi fallito il colpo, comandò che l’artiglieria del castello sparasse contro le fuggitive galee, e così fu fatto, sebbene inutilmente, perchè già i [319] Maltesi erano fuori il tiro del cannone. Questo insulto fatto alla bandiera maltese, che scandalizzò tutta l’Europa, e che non era stato ordinato dal presidente del regno, fu dal medesimo disapprovato; onde ne biasimò egli acremente il governatore (1463), e per calmare il dispiacere di quell’ordine, accordò al gran maestro che potesse estrarre i grani, che gli bisognavano, dalla nostra isola (1464).
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